Passione di san Valentino vescovo e martire

Passione di san Valentino vescovo e martire
1. Il Profeta dice al Signore: «”Hai moltiplicato i figli degli uomini in base alla tua altezza”». 2. Ed in questa moltiplicazione sono particolarmente vicini a Dio coloro che hanno dedicato la propria vita al Creatore, al punto che rendono il proprio corpo e l’anima assolutamente concentrati su Cristo. 3. E perciò il beato vescovo di Terni, San Valentino, vivendo nel bene, meritò di stargli vicino con i miracoli, miracoli che hanno fatto conoscere ai credenti di tutto il mondo l’uomo nascosto.
4. Tre nobili ateniesi, Proculo, Efebo e Apollonio, studenti e studiosi, siccome si trovavano in Grecia e desideravano studiare la cultura latina, si trovavano ospitati presso Cratone, loro concittadino, professore esperto in tutte e due le lingue, e si giovavano sia della sua ospitalità che del suo insegnamento. 5. Successe a un certo punto che l’unico figlio di Cratone, a nome Cerimone, un giovane studente, si ammalasse a tal punto che rimase completamente curvato nella schiena, praticamente con la testa in mezzo alle ginocchia. 6. E siccome quasi tutti i medici che si trovavano a Roma non potevano in alcun modo giovargli, venne fuori un tribuno a nome Fonteio, che raccontò come quel tipo di malattia fosse venuto anche a un suo fratello, e che questo era stato curato da un certo vescovo san Valentino, cittadino della città di Terni, e li esorta a mandarlo da costui. 7. Difatti quel ragazzo, dal momento in cui fu guarito, non lo aveva abbandonato più, affermando di esservi costretto dall’amore per la bontà di Gesù e di Valentino. 8. Sentendo queste cose, Cratone gli invia allora alcuni nobili uomini suoi amici, per pregarlo di degnarsi di venire nella città di Roma. 9. E quando Cratone lo ebbe ospitato una volta arrivato, gli mostrò suo figlio Cerimone, e cominciò a chiedergli di venire in aiuto anche a lui, così come aveva curato il fratello di Fonteio.
10. E san Valentino vescovo gli disse: «Verrà curato se tu lo vuoi». 11. E Cratone disse a lui: «Ho deciso di darti la metà di tutte le mie ricchezze, se riuscirai a liberarlo da questa malattia». 12. E san Valentino gli rispose: «Mi meraviglio che un maestro saggio come te non abbia capito, quando ho detto: “Verrà curato se tu lo vuoi”. 13. Infatti, se crederai al mio Cristo, la tua fede sarà preziosa per Dio più che tu stesso, che passi la tua vita in mezzo a cose assolutamente futili e vane, dato che credi che le immagini di uomini malvagi, fatte di legno o di qualche tipo di metallo, posseggano una qualche divinità: e giustamente sono riusciti ad ottenere tutto ciò. 14. Adesso, invece, non è possibile credere a gente che, dedita sempre ad azioni sozze e crudelissime, non hanno passato mai un momento lontano da crimini. 15. Ma se difenderai da tale offesa questa fede che ti sto presentando, e la affidi al Dio invisibile ed onnipotente, verrà restituita a tuo figlio la salute che stai chiedendo. 16. Devi invece offrire ai poveri la tua ricchezza, di cui mi vuoi promettere la metà, perché preghino per tuo figlio: non potrai in nessun modo invece mai convincere me a prendere qualcosa per la sua salute, piuttosto che chiedere soltanto la tua fede. 17. Credi dunque che il figlio di Dio è il vero Dio, Gesù Cristo, e rinuncia a tutti gli idoli, e vedrai salvo tuo figlio». 18. Cratone gli dice: «Anche se non so di che tipo sia la vostra religione, ho comunque sentito che ognuno si salva solo per la sua propria fede, e che non può giovare la fede di uno a un altro, come non può nuocere a uno il fatto che un altro non creda».
19. Il vescovo san Valentino gli disse: «Sono ben definiti i motivi della condizione umana, per cui uno non può né essere salvato né andar perduto al posto di un altro. 20. Un padre tiepido nella fede non può infatti nuocere al figlio che vi è invece saldo. 21. In quelle situazioni in cui lo richiede quasi la necessità, chiedono la guarigione, quando soffrono, il padre per il figlio, la sorella per il fratello, il padrone per il servo; e leggiamo che il figlio viene restituito al padre, il fratello alla sorella e il servo al padrone. 22. E dunque, quelli che stavano nel dolore per la loro morte hanno assunto la fede perfetta in modo da diventare gli uni e gli altri credenti, e che la salute fisica data ai corpi acquistasse quella eterna per le anime. 23. E così è successo che il centurione ha riavuto il suo servo morente, e che il capo della sinagoga ha visto la sua figlia morta ritornare in vita, e le sorelle gioivano del fatto che fosse stato risuscitato dalla voce del Signore Lazzaro, sepolto già da quattro giorni, e che esse piangevano e rimpiangevano. 24. Ma ci sono anche molte altre cose affermate nei libri sacri Nuovi e Vecchi, che adesso è troppo lungo ricordare, dove si insegna come la fede di uno sia venuta in aiuto di altri, e come il non credere di uno abbia provocato il male di altri. 25. Difatti il non credere del Faraone, un uomo solo, fece distruggere l’Egitto da svariate piaghe, fino a che non morì insieme a tutto il suo esercito, e la fede di Mosè diede la vittoria sui nemici a quelli che combattevano. 26. E la santità di Giosuè attribuì ai popoli dispersi innumerevoli trionfi. 27. Serve forse ricordare l’unico figlio, morto, risuscitato da Elia per la vedova che aveva fede, e l’unico figlio, restituito dal doloroso feretro, da Gesù Cristo alla vedova? 28. Serve ricordare il paralitico portato dai fedeli con tutta la sua lettiga, e curato? 29. Forse che la fede altrui non ha giovato agli altri a tal punto, che la fede di chi crede acquistasse la lode della bocca di Dio, e scacciasse da coloro che non credono l’incredulità, e restituisse la vita ai morti?».
30. Mentre san Valentino vescovo continuava a dire queste e molte altre cose simili, il maestro Cratone cadde ai suoi piedi dicendo: «Credo che costui che tu predichi sia il vero Dio, e che non c’è nessuno oltre a lui che ha potere di allontanare il dolore, di mettere in fuga la morte, e di far tornare la vita». 31. Il vescovo san Valentino disse: «La fede cristiana si dimostra non soltanto con le parole, ma anche coi fatti». 32. E Cratone gli dice: «Quali sono i fatti mediante i quali si dimostra la fede?». 33. Il vescovo san Valentino disse: «Si deve rinunciare agli idoli costruiti dagli uomini, le cui immagini si adorano nei templi, e così, mondato da ogni peccato con acqua purissima, tu possa essere assunto come figlio di Dio». 34. Cratone disse: «Come può l’acqua, che lava lo sporco del corpo, mondare i peccati?». 35. Il vescovo san Valentino disse: «L’acqua, grazie al mistero dell’invocazione della Trinità, riceve in sé lo Spirito Santo, e grazie ad esso tutti i peccati e i delitti vengono perdonati». 36. Gli dice Cratone: «Mentre questa nostra discussione va avanti, la vita di mio viglio si accorcia!».
37. Il vescovo san Valentino gli dice: «Se non crederai alle cose che non hai potuto né ascoltare né vedere mai, tuo figlio non potrà essere salvo». 38. Gli dice Cratone: «Che cos’è che non ho potuto né vedere col cuore né sentire?». 39. Il vescovo san Valentino disse: «Hai forse mai sentito dire che da vergine ha concepito, che da vergine ha partorito, e che dopo il parto è rimasta vergine? 40. O forse qualche volta hai sentito o visto che è passato sulle onde del mare senza bagnarsi i piedi, che comandava ai vènti, che frenava le tempeste col suo volere, e che alla fine fu crocifisso, morì e fu sepolto, e che risorse il terzo giorno, e che ascese in cielo sotto gli occhi di molte persone, con testimoni gli angeli, e che come è asceso si dice che ritornerà? 41. Se pensi che tutto ciò sia successo, vieni avanti e fatti battezzare, per poter così pervenire alla salvezza di tuo figlio, e attraverso di lui giungere alla vita eterna». 42. Gli dice allora Cratone: «Tutto quanto hai detto, e che hai spiegato con moltissime parole, si può racchiudere in un unico concetto: che si possa salvare colui per il quale tutte queste cose vengono dette».
43. Il vescovo san Valentino disse: «Poiché la sapienza umana, nella quale tu sembri essere maestro, è stolta presso di Dio, e non riesce a credere a colui cui si deve credere in maniera così perfetta quanto la fede stessa richiede, dammi la tua fede dietro questa promessa, che tuo figlio sarà salvato grazie alla mia fede: tu, invece, per la salvezza di tuo figlio ti convertirai a Cristo insieme a tutta la tua casa». 44. Allora Cratone chiamò sua moglie e tutti i suoi servi, e prostrato ai piedi di Valentino cominciò a promettere che, se il figlio si fosse salvato, avrebbero tutti creduto a Cristo. 45. Si trovavano presenti a questa scena Procolo, Efebo ed Apollonio, che abbiamo visto aver adito gli studi latini dopo essersi perfezionati in quelli greci. 46. Ed anche loro, allo stesso modo volendo che si salvasse Cerimone, il figlio del loro maestro, giurano che avrebbero creduto.
47. Allora il vescovo san Valentino ordinò che gli fosse preparata una stanzetta, e che per un giorno e una notte si facesse silenzio. 48. E chiudendo la porta dietro di sé e dietro il giovane Cerimone, che ormai da tre anni giaceva col corpo tutto contorto e raggomitolato, al punto che aveva ormai la testa in mezzo alle ginocchia, e non poteva muovere nessuna parte del corpo. 49. Infatti le sue braccia e le sue gambe erano come contorte le une sulle altre, e nessun medico conosceva nemmeno il nome che aveva quella malattia. 50. Allora il vescovo san Valentino, uomo di Dio pieno di fede, chiusa la porta, e steso a terra un cilicio, sollevò il giovane Cerimone dal letto e lo stese mezzo morto sul cilicio, sul quale egli era solito pregare; e a lui, che restò per tutta la notte in preghiere e lodi al Signore, verso mezzanotte apparve una luce, sì ché quelli che assistevano alla scena intorno alla stanzetta pensarono che all’interno fosse stata accesa una fiamma. 51. Ma, passata un’ora, il ragazzo si alza completamente guarito, e comincia a cantare sano e salvo a voce alta lodi al Signore. 52. I parenti allora, sentendolo cantare le lodi del Signore, dopo che per tre anni lo avevano sentito emettere solo gemiti e come dei muggiti, tutti felici insieme chiedevano a san Valentino di aprire la porta. 53. Ma quello disse: «Non vi aprirò finché non avrò completato il rito della preghiera ed il canto degli inni». 54. E quando ormai l’aurora stava mettendo fine alla notte, san Valentino apre la porta della stanzetta e fa andare, liberato da ogni malattia, il piccolo Cerimone dai genitori, come se non avesse mai sofferto di niente. 55. Allora Cratone con la moglie e tutta la sua casa credette, e fu battezzato. 56. E non fu possibile in nessun modo convincere Cerimone a non mettersi al seguito di san Valentino. 57. Procolo, Efebo ed Apollonio invece, abbandonando gli studi della sapienza umana, si dedicarono completamente al Signore, al punto che in seguito non vollero più leggere nessuno scritto profano. 58. E invece, convertitisi al Signore, si dedicarono mediante gli studi teologici a quel maestro del quale non sono provate soltanto parole, ma anche fatti miracolosi.
59. Intanto, attraverso costoro una gran massa di studiosi si rivolgeva a Cristo, al punto che ne fu coinvolto Abbondio, figlio del prefetto dell’Urbe, che pieno di fede si professava pubblicamente servo di Cristo. 60. A quel punto, si accese l’indignazione presso tutti i senatori. 61. San Valentino vescovo, catturato e bastonato, venne allora costretto a sacrificare ai demoni, e dopo essere stato torturato tutto il giorno venne chiuso in carcere. 62. Ma vedendo che continuava a gloriarsi, e che confortava gli animi di coloro che si erano convertiti a Cristo grazie a lui, portatolo fuori dal carcere nel silenzio della notte lo decapitarono su ordine di Furioso Placido, prefetto dell’Urbe.
63. Allora il corpo venerando del martire di Cristo Valentino fu portato via da Procolo, Efebo ed Apollonio; e lo portarono alla sua chiesa di Terni viaggiando di notte; e lì, comprato del terreno nella zona suburbana, non lontano dalla città, lo affidarono a una sepoltura molto onorevole. 64. E mentre rimanevano lì in veglie quotidiane e in lodi al Signore, catturati dai Pagani, furono consegnati per essere trattenuti al consolare Lucenzio. 65. E questo Lucenzio, rendendosi conto che Procolo, Efebo e Apollonio erano molto amati dalle persone che conoscevano, temendo che essi potessero essergli sottratti con la violenza dal popolo, ordinò che fossero portati davanti al suo tribunale in piena notte. 66. E vedendo che non riusciva né a ingannarli con lusinghe né a spaventarli con minacce, ordinò di irrogargli la sentenza capitale. 67. Lui, invece, scappò immediatamente con tutto il suo ufficio, e non fu possibile assolutamente sapere dove se ne andò. 68. Allora tutto il popolo ebbe gioia per il martirio e lutto per la loro morte. 69. E i tre furono sepolti da sant’Abbondio non lontani dal corpo di san Valentino, lodando il signore Gesù Cristo, che vive e regna con Dio Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

voce Valentino, santo, in Dizionario Biografico degli Italiani, XCVII,
Roma 2020, 833-835 (di Edoardo D’Angelo)