CHAUSER

L’equivoco del patronato di san Valentino sugli innamorati viene, nei secoli successivi all’intervento di papa Gelasio, per così dire esportato in tutta Europa dal monachesimo benedettino, che, dopo la fondazione di Montecassino da parte di Benedetto da Norcia nel 529, si espande rapidamente da un capo all’altro del continente.
E un successivo potente impulso alla diffusione è dovuto a 2 scrittori inglesi di metà sec. XIV. Geoffrey Chauser, ne Il parlamento degli uccelli, associa la ricorrenza di «san Valentino» al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia (The Parliament of Fowles, 309-311):

For this was on seynt Valentynes day,
Whan every foul cometh ther to chese his make,
Of every kinde, that men thenke may;

Chauser pensa, però, non al Valentino di Terni (14 febbraio, pieno inverno, dove sarebbe il risvegliarsi della primavera e dunque degli amori?), bensì a san Valentino di Genova, festeggiato il 2 maggio! E nello stesso errore cade nel 1391 John Clanwowe, che parla sì del 14 febbraio come festa degli innamorati, ma solo perché a sua volta confonde Valentino di Genova con Valentino di Terni.